Ascolto, accoglienza e aiuto: queste le caratteristiche principali che permettono di inquadrare il lavoro che ormai da mesi svolge l’emporio solidale “Il Pungiglione a Casa” di Monterotondo (RM).
Il servizio, finanziato dalla Regione Lazio e gestito dalla cooperativa sociale il Pungiglione, in Associazione Temporanea d’Impresa (ATI) con l’associazione di volontariato Casa delle Case, è fisicamente collocato nei locali messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Monterotondo, sotto gli uffici del Municipio, in Piazza Angelo Frammartino, e da settembre del 2017 è diventato il punto di riferimento di circa 500 nuclei familiari, di oltre 1503 persone che hanno bisogno di un aiuto in termini alimentari e di sostegno alla famiglia.
Uno spazio non molto grande, ma funzionale. Appena si entra ci si trova di fronte una scrivania, delle sedie e due panche: chiunque vi accede viene accolto dalle operatrici del servizio che sono pronte a dare informazioni ai cittadini e a rispondere alle loro eventuali esigenze. Nel retro sono, invece, conservate e catalogate le derrate alimentari che vengono di volta in volta distribuite alle persone che si rivolgono al servizio. Ma all’emporio si trovano anche detergenti per l’igiene personale e per la casa, alcuni mobili usati (l’emporio incrocia le richieste e le offerte del mobilio da parte dei cittadini e vengono all’occorrenza depositate nei magazzini), libri, giocattoli e accessori per bambini.
Il servizio si rivolge a tutti i cittadini del territorio di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova e si fa carico anche di alcuni senza fissa dimora che è possibile aiutare grazie alla raccolta del disavanzo delle mense scolastiche del territorio. Quasi tutti gli utenti sono segnalati dai Servizi Sociali del comune di Monterotondo.
Le persone che si rivolgono all’emporio hanno diritto a un pacco alimentare distribuito una volta al mese e tarato in base ai componenti del nucleo familiare, prevedendo un aumento della distribuzione a seconda delle esigenze. Inoltre, tre volte a settimana, possono ritirare i pasti monoporzione che gli operatori della cooperativa Il Pungiglione recuperano dalle scuole, perché – come ci spiega la coordinatrice del servizio, Michela Atzori – “l’obiettivo non è quello di assolvere totalmente al bisogno alimentare perché il numero delle richieste è molto alto, ma di accogliere le persone a 360°, registrando le esigenze degli utenti e mettendoli, spesso, in rete con i servizi del territorio per migliorare la loro condizione di vita. Ci sono cittadini che arrivano all’emporio autonomamente – aggiunge Atzori. Anche in quel caso si procede a un colloquio conoscitivo per capire come rispondere alle loro richieste”.
Gli alimenti distribuiti vengono recuperati con collette alimentari organizzate da “Il Pungiglione” e “Casa delle Case”, attraverso donazione spontanee di singoli cittadini e grazie al contributo del Banco Alimentare che distribuisce i beni recuperati dalla grande distribuzione e le derrate alimentari provenienti dalle scorte d’intervento dell’Unione Europea, tramite l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea).
L’emporio solidale “Il Pungiglione a Casa” intende dare sostegno alle persone in condizione di fragilità socio-economica, ma ha anche un valore aggiunto relativo alle persone che sono state inserite nell’organico. Le due realtà che gestiscono il servizio hanno voluto dare un’opportunità lavorativa a persone che a loro volta provengono da situazioni di disagio. Per la cooperativa Il Pungiglione è stata assunta Doris, una giovane donna nigeriana che a causa del suo orientamento sessuale è scappata dal suo paese d’origine per trovare riparo in Italia. Sbarcata a Lampedusa, dopo l’ormai nota trafila dei migranti che cercano di lasciare l’Africa – in mano a trafficanti e sborsando ingenti somme di denaro – è stata inserita in un centro di accoglienza, prima a Firenze e poi a Monterotondo. Dopo un corso di formazione della Regione Lazio, Doris ha svolto un tirocinio presso la cooperativa Il Pungiglione. Oggi è lei a distribuire le derrate alimentari all’interno dell’emporio e a occuparsi della preparazione dei pacchi. L’associazione di volontariato Case delle Case ha, invece, deciso di inserire come tirocinanti quattro donne, donne che provengono sempre da una situazione di difficoltà e a cui è stata offerta la possibilità di reinserimento lavorativo.
Insomma, l’emporio solidale rappresenta un luogo di accoglienza non solo per gli utenti, ma anche per chi vi lavora. In pochi mesi è diventato un presidio in cui le persone del territorio passano anche solo per salutare e bere un tè, un ritrovo di umanità e dignità a disposizione della cittadinanza, in grado di favorire la condivisione tra i cittadini e promuovere la coesione sociale.